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Snauwaert Vitas 100

Snauwaert è tornata e lo sta facendo, grazie alla guida tutta italiana di Roberto Gazzara, con lo stesso spirito di sviluppo delle racchette di sempre. Infatti, il marchio continua la con la sua impostazione fortemente identitaria nelle scelte tecniche, che vuole premiare la modernità di contenuti e la ricerca di soluzioni tecniche per realizzare telai unici nel loro genere. Abbiamo già potuto apprezzare il lavoro di Snauwaert con la Grinta 100, stavolta è il turno del telaio sicuramente più largamente appetibile per il grande pubblico, Vitas 100 in versione 300 grammi.

Head size: 100sqi
Peso: 300g
Bilanciamento: 315 mm
Swingweight: 314 kgcmq
String Pattern: 16×19
Rigidità: 69RA (rilevata)
Profilo M-C-T: 24-26-25 mm
Lunghezza: 27 pollici (Standard)

L’estetica della Snauwaert Vitas 100 presenta una base di nero opaco, per tutto il telaio, di fattura notevole, molto piacevole al tatto e capace di adeguato grip per le dita della mano di supporto. Ogni racchetta Snauwaert presenta un benchmark cromatico che la distingue dal resto della gamma e, nel caso della Vitas 100, il nero è accompagnato dal verde fluo, che riempie la parte bassa all’interno dell’ovale e spezza il nero con le serigrafie sugli steli, alla base del manico e ad ore 2 e 10 del piatto. Pochi altri fronzoli, l’aspetto è razionale e mette in primo piano la caratteristica estetica principale, ovvero il piatto pentagonale, con la il ponte ad angolo e la testa piatta, ma soprattutto con l’ampia apertura del piatto-corde ad ore 3 e 9, il marchio di fabbrica di tutte le Snauwaert odierne. Sempre nella stessa zona, del telaio mostra la tecnologia BIONIC x-section, che riprende la sezione variabile delle ossa umane, per supportare diversi tipi di flessione e di stress con spessori differenziati in base alle necessità, presentando un front beam tutto sommato affusolato e aerodinamico. Lo spessore laterale, invece, è variabile tra i 24 e i 26 mm, al pari di una moderna profilata. Scendendo al manico, sotto l’attacco massiccio da 25 mm, troviamo una forma classica, più squadrata che rettangolare, sulla quale si adagia un grip Air Bubble, dalla superficie traforata e dallo spessore di circa 2 mm, che concorre a formare una misura piuttosto piena nella presa. Il fondello, poi, è realizzato in un unico pezzo e il buttcap è in verdone metallizzato, con il marchio Snauwaert in giallo.

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8 commenti

  1. Buon giorno Fabio. Racchetta molto interessante. Noto però un livello di rigidità rilevata assai elevato. Riesci a vederla in mano a chi ha problemi a gomito o spalla? Grazie e tanti auguri

    • Ciao, assolutamente confortevole, il dato di rigidità conta molto poco sulla questione comfort. Ne parlai tempo fa nell’editoriale sulla rigidità, mettendo in luce come anche alcune delle migliori racchette per la prevenzione dell’epicondilite, come le kennex, fossero tra le più rigide, con valori tra 68 e 71.
      Non vedo nessun problema e nessuna rigidit reale che possa dare fastidio, ancora di meno se accompagnata con una corda non estrema. Ci sta tranquillamente anche un mono soft.

  2. Grande Fabio, aspettavo ansiosamente questa recensione, tra l’altro ottima come sempre, in quanto possiedo questa racchetta, a tal proposito mi piacerebbe sapere con che corda hai effettuato il test, e anche quale sarebbe, secondo te il giusto set da montarci su? Io attualmente ho montato una rip&curl 1,30 a 23/22, ci ho fatto un paio d’ore e devo dire che non mi spiace affatto! Grazie!

    • Ciao e benvenuto nel Blog.
      Suppongo che la corda che volessi indicare sia la Rip-control, giusto?
      Ho testato il telaio con le Snauwaert Black e le White, a tensioni tra i 20 e i 23 kg, con la String Project Amrour Soft 1.24, Hexa Pro 1.20 e Rocket, insieme a diversi multi, Gold, Velocity e TGV. Il telaio merita un mono, a tensione bassa, sui 21/21 o 22/21. Tra quelli elecanti, il Black di Snauwaert, sicuramente, Armour soft, che ne esalta lo spin, mentre come multi il Velocity, più consistente all’impatto, partendo da una tensione di 23/22. L’azienda propone, però, l’utilizzo dell’ibrido e sono d’accordo, perché completa bene il telaio in feelin e massimizza la facilità di uscita dello spin. Non è necessario, ma per un livello di gioco da amatore, senza dubbio la vita si semplifica molto, senza perdere in controllo.

  3. Anzitutto Fabio, grazie mille sia per Il benvenuto, che per la risposta, come sempre pronta ed approfondita, poi mi scuso per non avere specificato, la rip&curl è un multimono di Stringlab!
    Per quanto riguarda l’ibrido, mi interessa molto, anche perché lo uso già nella PD 2015, ma tu cosa diresti di usare per ibridare la Vitas?! Grazie ancora, ciao!

    • Ah ecco, perdonami, ho provato diverse corde di StringlaB, ma non la Rip&curl. Se sei contento del marchio, prova a montare qualcosa di sagomat sulle verticali, ad esempio le Aauzz, abbinate con un multi dolce, per ammorbidire l’impatto. Stringlab ha diversi multi a disposizione, più o meno morbidi, ma ti confesso che li conosco poco.

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